Un'infermiera in Australia
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La vita di un'infermiera italiana in Australia.
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Issue #007
Lifestyle + Nursing Australia
July 2023
Il percorso PR è ufficialmente iniziato! La mia manager ha inviato la richiesta all'ufficio di competenza per procedere con la sponsorizzazione per la PR - visto 186.
Questo visto è un PR (permanent residency) con sponsorizzazione da parte del datore di lavoro. Questo rende leggermente meno complesso (e anche più veloce) tutto il procedimento.
Per quanto riguarda la professione infermieristica, è necessario avere uno skill assessment positivo da parte del ANMAC, provare di avere un livello di inglese buono (qui la grande differenza con l'independent skilled visa, quello a punti per intenderci) e provare di essere in buona salute. Per questo ultimo punto è necessario sottoporsi a un esame medico comprensivo di esami del sangue, urine e radiografia del torace, il tutto da farsi rigorosamente in centri dedicati e specifici (non si può barare come per il certificato medico sportivo).
Hanno validità un anno, quindi temo proprio che mi toccherà rifarli.
Sono anche riuscita ad avere il mio 6 months catch up con l'education team.
E' stata una conversazione piacevole, e finalmente ho le idee più chiare su quella che è la progressione qui, completamente diversa da quella inglese - quella italiana non la cito nemmeno dato che non esiste.
La carriera all'interno del pronto soccorso inizia dopo aver fatto esperienza in corsia. Una volta fatta la gavetta, si può chiedere il trasferimento in pronto soccorso. Data la grande carenza di personale, tra le nostre file si contano anche dei neo-laureati, ma è una grande eccezione.
Da qui, si parte come principianti e i primi 6 mesi non si esce da AAA (la grande trincea) e Short Stay Unit, che dovrebbe ospitare pazienti indipendenti e orientati in attesa di qualche risultato finale prima di andare a casa. Qui il ratio infermiere:paziente sale a 1:5/1:6. Dico dovrebbe perché spesso ci si ritrova invece con pazienti parcheggiati lì per giorni in attesa di un letto in corsia che non arriva mai.
Dopo aver dimostrato di saper lavorare indipendentemente in queste due aree, il ventaglio si amplia, inserendo le due aree a me meno gradite: la sala d'attesa e Fast Track (che di fast, in realtà, non ha proprio nulla). Per chi ha familiarità con l'Inghilterra, Fast Track è l'equivalente di Minors, ovvero dove vengono visti i casi considerati minori (slogature, tagli più o meno superficiali, qualche infezioni in persone giovani che stanno male ma non troppo e così via..).
Dopo un anno e lo Study Day si entra nel giardino incantato di Paeds. In Inghilterra gli infermieri di pronto soccorso pediatrico avevano rinominato la parte adulta 'the dark side'.. Li, come anche qui, non ho difficoltà a capirne il motivo.
Il gradino successivo è il mio preferito, RESUS. Per un novizio ci vogliono almeno un paio d'anni per mettere piede in RESUS. Io ho il corso ALS a Settembre, e poi potrò tornare 'a casa'.
Una volta dimostrato di saper lavorare in RESUS, è il momento del corso di Clinical Initiatives Nurse (CIN). L'infermiere CIN è il punto di riferimento dell'infermiere di sala d'attesa. è un infermiere esperto che ha la possibilità di prescrivere alcune tipologie di farmaci e richiedere radiografie. è il passo prima del triage.
Sto considerando uno shift di professione. La mia metamorfosi da Slytherin a Ravenclaw continua lenta ma incessante.
Diciamocelo, gli infermieri di pronto soccorso sono Serpeverde. Viviamo nei sotterranei, abbiamo sempre una parola buona per tutti, siamo ambiziosi e ci sentiamo speciali. Siamo snob, il nostro umorismo è decisamente particolare e la nostra pazienza particolarmente limitata.
Gli infermieri di terapia intensiva, che sia adulta, pediatrica o neonatale non possono che essere Corvonero. Fonte inesauribile di conoscenza, sono in grado di fare cose di cui gli altri infermieri non conoscono nemmeno l'esistenza. Le loro azioni hanno una spiegazione razionale di base, per loro elementare,che richiederebbe almeno due turni per essere compresa dai non ICUs. Tra i parametri di selezione pre-interview è mandatory una moderata dose di OCD.
I Tassorosso dominano le cure palliative. Sono pacati, compassionevoli e familiari. Il mio tirocinio in hospice è stato uno dei più belli. Andavo al lavoro volentieri, come se stessi andando a trovare dei parenti di grado lontano. Una delle infermiere faceva la maglia durante i turni di notte e non mancavano mai torte fatte in casa o direttamente in reparto dalla famiglia allargata di parenti (veri) di pazienti.
Non saranno l'anima della festa quando si parla di azione, ma sul debrifing con rinfresco vincono a mani basse.
Chiudiamo il cerchio con i Grifondoro, che assegno a malattie infettive. Ricordo che questo corso è stato uno dei più interessanti dei tre anni di università.
Sono entrata una volta sola nel reparto di malattie infettive, per reperire un farmaco. La loro unità era in un blocco separato rispetto all'ospedale centrale, un edificio giallo. Era giallo anche all'interno.
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Ma venendo al punto, la novità è che nonostante il pronto soccorso sia il mio primo amore, mi manca qualcosa. Si, mi manca RESUS, quello di sicuro.
Se dovessi decidere di rimanere nel campo, ho due strade davanti a me: midwifery (ovvero ostetricia) che mi aprirebbe le porte eventualmente anche alla libera professione (molto allettante!) e al rescue/flight nurse (tanto amore) o terapia intensiva neonatale. Sono entrambe idee che ho da tempo, la prima richiesta di informazioni per il corso intensivo e abbreviato per diventare ostetrica l’ho fatta quando ancora studiavo per l’IELTS (ergo non avevo ancora nemmeno un giorno di esperienza lavorativa come infermiera..), mentre per NICU ho fatto richiesta quando ancora ero in UK.
Prima di imbarcarmi in qualsiasi tipo di corso però aspetto la PR, la differenza di prezzo tra residenti e studenti internazionali è decisamente rilevante.
E soprattutto, devo decidere se voglio investire le mie energie ancora in questo campo o cambiare completamente direzione.
To be continued..
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